Cosa vedere in quarantena, ep 4

5 possibili modi, tra video, film e serie tv per non annoiarsi

Sentir parlare di riapertura datata 4 maggio, seppur parziale e riferita solo ad alcuni settori specifici della società, non può che renderci felici, soprattutto vedendo il clima a cui eravamo stati abituati nelle ultime settimane. Tuttavia, la quarantena per molti di noi continuerà ancora per un po’, e mentre aspettiamo di ritornare alla normalità, goderci video e serie tv potrebbe essere un buon modo per passare il tempo.

The Last Dance, di Jason Hehir

Se avete atteso per troppo tempo una serie tv su una delle squadre più forti della storia, e sul giocatore più iconico di una generazione, eccovi finalmente accontentati. ESPN negli Usa, e Netflix in tutto il mondo, hanno deciso di pubblicare un anno di materiale raccolto da NBA Entertainment durante la stagione 1997-98, quella dell’ultimo titolo di Jordan.

Le scene, finora inedite, raccontano i dietro le quinte di alcune delle leggende del gioco, da MJ a Pippen passando per Rodman e Phil Jackson. A tutto questo si aggiungono i preziosi contributi delle personalità più influenti dentro e fuori dall’ambiente NBA, da Kobe Bryant ad Adam Silver senza dimenticare Barack Obama, tifosissimo dei Chicago Bulls.

Gordon – LaVine, scontro tra titani

Dopo essersi visto “rubare” la vittoria nella gara delle schiacciate di quest’anno, Aaron Gordon ha detto che non vi parteciperà più. Una scelta piuttosto condivisibile visto che non è la prima volta che Gordon viene scippato del titolo di campione. La gara del 2016, la migliore degli ultimi anni, è stata un vero e proprio spettacolo fantascientifico, con schiacciate che nemmeno il più creativo dei tifosi si sarebbe immaginato.

Per la cronaca il vincitore è stato Zach LaVine, guardia dei Chicago Bulls, ma lo show è stato di un livello talmente sublime che premiare uno e non entrambi è sembrato quasi sbagliato. Sfortunatamente per noi e per loro, quella rimaneva sempre una competizione, in cui per forza di cose uno doveva prevalere sull’altro.

Esultare e fare rumore, NBA edition

Sarà per la capienza dei palazzetti, sarà per la vicinanza di quest’ultimi al campo, l’esperienza di un buzzer beater in una partita NBA è ciò che è più vicino al concetto di sublime, soprattutto se realizzato durante una gara decisiva ai playoff.

Il tiro finale raccoglie tutta l’ansia accumulata in 48 minuti di partita. Il tempo scorre inesorabile, il canestro si fa sempre più stretto, il pallone diventa ogni secondo più pesante. A prendersi in mano il destino di intere stagioni ci sono spesso i giocatori più rappresentativi di una squadra, i più letali, quelli a cui sei sicuro di poter affidare quell’ultimo possesso che si trasformerà in una questione di vita o di morte.

La caduta dei campioni

Prima che il coronavirus ci stravolgesse le vite abbiamo avuto la fortuna di assistere ad una delle partite più emozionanti di questo inizio di 2020. Mi sto ovviamente riferendo a Liverpool-Atlético, in cui ancora una volta Simeone ha mostrato a tutti il suo spessore manageriale eliminando nientemeno che i campioni d’Europa.

Una partita pazza con un’atmosfera suggestiva e una carica emozionale incredibile, in cui il Liverpool non è riuscito a capitalizzare ben 12 tiri verso nello specchio, 16 corner e 64% di possesso palla. Il Cholo e i suoi hanno fatto la loro partita arroccati in area, hanno fiutato il sangue e punito gli unici umani errori di una squadra apparentemente imbattibile. Molti lo chiameranno catenaccio, io preferisco definirla efficienza.

Lo spot Nike più emozionante di sempre

Il 7 settembre 2018, la Nike pubblicava sui social questo spot narrato da Colin Kaepernick. Per chi non lo sapesse, all’inizio della stagione 2016, l’allora quarterback dei San Francisco 49ers decise di stare seduto durante l’inno americano, in segno di protesta contro le violenze ai danni della comunità afroamericana.

Il risultato è che da quel momento Kaepernick non ha più trovato un team in cui giocare, con l’NFL che ha fatto pressioni per non fargli più mettere piede in campo. Nike, invece, l’ha reso uno dei suoi testimonial di punta, nonché il protagonista di uno dei suoi spot meglio riusciti.

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora