Capire Tonali

Lui ha come modello Gattuso, ma molti lo paragonano a Pirlo

I capelli come lui, la sua stessa squadra, persino lo stesso ruolo. Non appena Sandro Tonali ha iniziato a farsi conoscere in Serie B con il Brescia i paragoni con Pirlo hanno iniziato a farsi largo, diventando ogni mese più ingombranti.

Per un ragazzo di solo 19 anni sopportare la pressione di un accostamento così importante non deve essere scontato, eppure il giovane talento dell’Under 21 ci convive senza troppa ansia, sapendo di essere un giocatore diverso da quello che dipingono i media. Lui stesso ha più volte affermato di avere come modello Gattuso, un calciatore che non potrebbe maggiormente in antitesi con uno dei migliori registi della storia.

Un giocatore unico, oltre i paragoni

Prima di cominciare a parlare di chi è Tonali chiariamo cosa non è, ovvero un “Pirlo 2.0”. Confrontandolo con Brozovic e Pjanic, registi di due top club, il n°4 del Brescia ha statistiche spesso inferiori a loro in quanto a % di passaggi completati e passaggi lunghi a partita. Prendendo ad esempio la prima categoria, secondo Who Scored il croato ha l’89.5%, il bosniaco l’89.8%, mentre Tonali solo il 73.9%. Nella seconda, invece, i 5.9 e i 3.4 passaggi lunghi a match di Brozovic e Pjanic superano di gran lunga i 2.7 del talento italiano Under 21.

Questi dati sono utili per capire che più che un play Tonali è una mezzala come Bennacer che viene arretrato per questioni di necessità, mentre Corini a suo tempo l’ha spesso paragonato a De Rossi per la sua capacità di legare la squadra non solo tramite i suoi passaggi, bensì anche grazie ai suoi movimenti.

In fase di costruzione, Tonali si abbassa spesso quando la squadra imposta dal basso. Tende a posizionarsi appena dietro la prima linea di pressing, correndo il rischio di essere chiuso dagli attaccanti e dai centrocampisti avversari. Se accade tutto questo, i difensori hanno pur sempre l’opportunità di giocare largo per i terzini, che rimangono piuttosto bloccati nell’avvio dell’azione, o calciare lungo per le mezzali che invece possono godere di maggiore libertà.

Nel caso venisse pressato con insistenza, il n°4 del Brescia non esita a usare il fisico per resistere ai contatti. Lo utilizza quasi da scudo per proteggere il pallone nell’uno contro uno, facendolo così diventare un prezioso valore aggiunto nelle azioni di contropiede. In queste situazioni, infatti, servono giocatori che sappiano vedere gli spazi prima degli altri, creando i corridoi che, se necessario, possano disallineare le difese infilarsi velocemente in quei buchi alle spalle della difesa. Tonali è uno di quelli, e in casi come questo sopra citato i suoi passaggi secchi e precisi semplificano tutto, rivelandosi spesso difficili da intercettare per le retroguardie avversarie.

Quello che sorprende maggiormente vedendo i suoi highlights è la continuità che dimostra tanto in fase offensiva quanto in quella difensiva. Se il più delle volte i suoi coetanei prediligono una delle due, il 4 del Brescia mette tecnica e cuore in entrambe. Per intenderci, Tonali è nono per km percorsi a partita (11.3), ma finora ha totalizzato più assist di Pjanic (5 contro 2) nonché più passaggi chiave di Brozovic (2.1 contro 1.5).

Quello che molti stanno tentando di fare con uno dei calciatori più promettenti del panorama calcistico nazionale è forzare dei paragoni che non stanno né in cielo né in terra. Sandro Tonali non è un “Pirlo 2.0”, ma nemmeno il “nuovo Gattuso”. È semplicemente un talento unico che dovrebbe essere lasciato giocare e crescere liberamente. Se si rivelerà il campione di cui tutti parlano, le pressioni le saprà gestire egregiamente. Il resto verrà da sé.

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