3 temi sulla 24° di Serie A

Parte della lotta per Scudetto, Champions ed Europa League si deciderà questo weekend

San Valentino, quest’anno come mai prima d’ora sarà decisivo per le sorti del campionato, e il fine settimana degli innamorati potrebbe presto trasformarsi in un incubo per qualcuna delle squadre ingaggiate nella lotta per lo Scudetto o per le coppe. Questo weekend di Serie A ci propone due sfide di altissimo livello, Atalanta-Roma sabato e Lazio-Inter domenica sera, che potrebbero avere un impatto non da poco sull’ultimo periodo di stagione. Se la Champions e la sfida per la vetta passano soprattutto da Roma, Milan e Napoli si giocano una buona parte dell’accesso in Europa League contro Torino e Cagliari, due squadri reduci da strisce di partite negative.

L’Inter, la Lazio e lo Scudetto

L’Inter di Conte si presenta a Roma da prima in classifica a pari merito con la Juve (54 punti), tallonata dalla Lazio a -1. I nerazzurri sono reduci da una settimana altalenante, divisa tra l’estasi per la magnifica rimonta in un derby che sembrava perso dopo un primo tempo disastroso e la rabbia generata dalla sconfitta nell’andata della semifinali di Coppa Italia contro il Napoli. Ciononostante, Lukaku e compagni sono ancora pienamente coscienti dei propri mezzi e delle situazioni in cui possono migliorare, e la seconda parte del match con il Milan ha dimostrato che se i nerazzurri impattano correttamente la gara dal punto di vista psicologico, fermarli diventa complesso. Il ritorno di Lautaro Martinez farà sicuramente bene all’attacco dell’Inter, che gode non solo della condizione fisica strepitosa del suo n°9, bensì anche di Eriksen, il quale dopo l’incredibile traversa su punizione nel derby sembra essere ben inserito negli schemi di Conte. Le certezze che rimangono sono le solite tre, Barella, Brozovic ed il trio difensivo. De Vrij, Skriniar e uno tra Bastoni e Godin formano una muraglia quasi invalicabile, visto che ad ora l’Inter ha concesso solo 20 gol in 23 partite di campionato, risultando una delle dieci difese meno battute in Europa.

La Lazio arriva a questo match con un grande vantaggio, quello del riposo. L’ultima partita dei biancocelesti risale al 9 febbraio, una vittoria sofferta per 1-0 a Parma firmata Caicedo. Proprio lui, Felipe Caicedo, il gregario di Immobile che si è trasformato in uomo dai gol pesanti (8 gol e 3 assist in 18 gare totali), quelli che a fine anno potrebbero portare la Curva Nord in trionfo. Parlando di reti non possiamo ovviamente tralasciare Immobile, vero Deus ex machina di questa squadra, un uomo capace di siglare 25 gol in 23 partite di Serie A, in testa non solo alla classifica capocannonieri del nostro campionato, bensì anche in quella per la Scarpa d’Oro. Se l’ex Dortmund riesce a segnare così tanto è anche merito di un sistema costruito da Inzaghi che funziona a meraviglia, come dimostrano le grandi annate che i vari Milinkovic-Savic, Lazzari e Luis Alberto stanno vivendo. La conoscenza profonda e l’unità sono le vere qualità di questa squadra, che lavorando assieme ormai da 3 anni conosce a memoria gli schemi del proprio allenatore.

Tuttavia, il vero vantaggio dei biancocelesti potrebbe essere il calendario. Se la Juventus, infatti, giocherà 11 match nel prossimo mese e mezzo, e l’Inter ben 13 (contando il passaggio agli ottavi di Europa League), la Lazio ne disputerà solo 7. Il riposo potrebbe quindi essere il definitivo asso nella manica per la corsa allo Scudetto più appassionante degli ultimi anni.

Operazione Champions

Pur venendo rispettivamente da una e due vittorie nelle ultime 5 partite, Roma e Atalanta sono lì a soli 3 punti di distanza, e ora come ora sembrano le uniche contendenti all’ultimo posto che garantisce l’accesso alla Champions. Entrambe le squadre stanno vivendo un momento di flessione: i giallorossi hanno perso con Bologna e Sassuolo, mentre i bergamaschi hanno prima perso in casa con la Spal per poi pareggiare con il Genoa, due match in cui sembravano essere la lontana parente di quella squadra che aveva sorpreso l’Europa.

La squadra di Fonseca ha mostrato incredibile lacune difensive nelle ultime due settimane. Nascono così 3 dei 4 gol del Sassuolo, ma soprattutto il contropiede che venerdì ha portato Barrow a zittire l’Olimpico. Se a questo si aggiunge un momento di sorprendente sterilità offensiva dell’attacco romanista, Dzeko ad esempio ha segnato solo un gol nelle ultime cinque, si può capire come mai l’aria che tira attorno a Trigoria non sia delle migliori. Per ripartire servono massima concentrazione e unità, anche perché vincere a Bergamo potrebbe dare un’enorme spinta emotiva alla squadra.

L’Atalanta dal canto suo sa di non poter sbagliare, perché da questa partita dipenderà buona parte della sua qualificazione in Champions, dato che arrivare terzi anche quest’anno sembra una missione quasi impossibile. Il pieno rientro di Duvan Zapata tra i titolari da più di una settimana è una buona notizia, soprattutto in vista dei match europei contro il Valencia, in cui avere un rimpiazzo adeguato come Muriel non potrà che giovare alla squadra. A partire dal match contro la Roma, però, i nerazzurri devono tornare a capitalizzare tutto l’incredibile volume di gioco che producono. I numeri parlano chiaro: 61 gol in 23 partite (2.7 di media), 20.2 tiri di media a partita (1° in Europa), nonché 5 giocatori che hanno siglato già 5 o più gol. I numeri sono dalla sua parte, i tifosi pure: insomma, l’Atalanta ha tutte le carte in regola per arrivare in Champions anche quest’anno, e una vittoria nello scontro diretto di sabato potrebbe dare una grande mano.

Ultima chiamata

Sarebbe curioso sapere quanti ieri avrebbero scommesso in una vittoria del Napoli a San Siro, contro un’Inter carica a pallettoni dopo la super rimonta nel derby di domenica. Eppure Gattuso, in maniera piuttosto silenziosa il match l’ha vinto, guadagnandosi il definitivo rispetto della tifoseria napoletana. Una vittoria del genere serve eccome, per l’ambiente e per il morale dei giocatori, che mai come in questa stagione è stato altalenante. La telenovela del ritiro e il conseguente esonero di Ancelotti avevano sollevato parecchi dubbi su questo Napoli, costruito per vincere lo Scudetto, ma mai capace finora di lottare nemmeno per la Champions. La classifica ci racconta che i partenopei sono a -12 dal quarto posto, e che il loro reale obiettivo pare essere la qualificazione all’Europa League.

Anche per questo motivo, la vittoria a Milano da un gran vantaggio agli uomini di Gattuso, che potranno giocare il ritorno in casa partendo da una situazione di vantaggio. Questa domenica, invece, se la vedranno con un Cagliari che non vince in campionato dal 2 dicembre, e che anche per questo è precipitato all’ottavo posto dopo un inizio entusiasmante. I partenopei dovranno essere bravi a sfruttare questa spirale negativa in cui sembrano entrati gli avversari per continuare la striscia positiva e dare ulteriore serenità ad un ambiente che quest’anno ha già sperimentato più di un rollercoaster emozionale.

A proposito di altalene, il Milan è reduce da quella di domenica, dove è passato dalla gioia più pura allo sprofondo più incredibile nel giro di nemmeno mezz’ora. Il derby ci ha fatto capire un paio di cose: primo che il Milan, senza Ibrahimovic, perde il suo riferimento, la sua corda a cui aggrapparsi, e la creazione di gioco ne risente parecchio. Durante i primi ’45, quando Ibra era al centro del gioco, tutti i rossoneri sembravano galvanizzati e pieni di energie. Lo svedese è il vero centro di gravità del Milan, è quello che gestisce l’ultimo terzo di campo, e senza di lui il Milan perde quella cattiveria agonistica che lo caratterizza quando il n°21 è in campo.

La manovra diventa più prevedibile, i ritmi più lenti, e i rossoneri tornano ad essere la squadra compassata che erano ad inizio stagione. La seconda verità che ci ha lasciato il derby è la fragilità emozionale degli uomini di Pioli. Una rosa che non è capace di gestire il vantaggio, che alla prima vera difficoltà va nel pallone, perdendo completamente la bussola, e finendo per essere sovrastata dall’avversario. Quando le cose vanno per il verso giusto magari porta a casa la vittoria, vedasi Brescia, quando invece la fortuna non è dalla sua parte, il Milan spesso e volentieri porta a casa zero punti.

La stagione del Milan passa anche da questa settimana. Un risultato positivo stasera contro la Juventus in Coppa Italia, nonché una vittoria nel Monday night lunedì contro il Torino potrebbero riportare i rossoneri sulla retta via, sempre sperando in un pareggio tra Roma e Atalanta che possa in qualche modo riaccendere anche minimamente le speranze Champions. Maldini, parlando a Sky, ha detto di essere molto contento dell’operato di Pioli, ma tanto lui quanto lo stesso allenatore sanno che i risultati sono l’unico e vero giudice nel difficile mondo del calcio: se fai bene resti, se deludi vieni esonerato. La delusione, nel caso del Milan, vorrebbe dire ancora una volta rifondazione, la quarta in quattro anni. Per un club glorioso come quello fondato da Herbert Kipling, sarebbe una pillola alquanto amara da ingoiare.

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