Kobe Bryant, per sempre

Kobe Bryant è stato l’uomo che mi ha fatto innamorare del basket. Non ho voglia di star qui a recitare il suo palmares, che è talmente ricco da far impallidire il 99% dei giocatori di basket di tutto il mondo.
È stato il simbolo di 20 anni di Lakers, prima con la 8 e poi con la 24, primo e unico nella storia dell’NBA ad avere due maglie ritirate.
Tolte le dozzine di record che gli appartengono, per sempre impressi nella mente di tutti, Kobe Bean Bryant è stato un atleta perfezionista, un ossessivo-compulsivo per dirla alla maniera di Flavio Tranquillo. Ha ridefinito i concetti di passione per il gioco, resilienza, fatica, portandoli all’estremo. Anche per questo è diventato il Black Mamba. Ha ispirato migliaia di giocatori, milioni di ragazzi e adulti che in lui hanno visto un esempio di come approcciare la vita, il lavoro e lo sport.
Kobe ha insegnato a tutti a crederci, indifferentemente dalla situazione e dal grado di difficoltà della sfida. Al di là di tutto quello che ha ricevuto dal basket, Kobe ha dato la sua vita a questo sport. Di questo gliene saremo, gliene sarò eternamente grato. Perché, come lui stesso ha detto qualche anno fa, “heroes come and go, but legends are forever”.