Quest’anno i nerazzurri sono stati protagonisti a 360°

Il drago, secondo la tradizione cinese, è simbolo di saggezza, potere e fortuna. Le persone nate sotto il segno del drago godono di buona salute e sono molto energiche, intelligenti e tenaci, ma possono essere anche impulsive, testarde e trovano molto difficile accettare le sconfitte.
Se dovessimo pensare in quest’istante alla squadra italiana che più assomiglia a questa descrizione, il primo nome che ci verrebbe in mente è quello dell’Inter. I nerazzurri possiedono tutte queste caratteristiche, visto che le prime sono racchiuse nella figura di Suning, mentre le seconde sono incarnate da Antonio Conte.
Il 2019 è stato, senza ombra di dubbio, l’anno dell’Inter. Protagonista tanto fuori dal campo, con il caso Icardi e un mercato azzeccato, quanto in campo, con un primo posto che certifica come il progetto intrapreso quest’estate stia andando nel verso giusto.
Suning e Marotta

Che i nerazzurri stessero svoltando, ritornando ad essere una big a tutti gli effetti, l’abbiamo capito il 13 dicembre 2018, quando l’ex Ad della Juventus è stato presentato con l’uniforme della storica rivale. Accaparrarsi Marotta è stata una scelta forte, come a voler sottolineare che per tornare ai vertici servono persone che conoscano bene determinati ambienti e situazioni.
Il nuovo arrivato è stato subito messo alla prova dal caso Icardi, scoppiato a febbraio e conclusosi solo con la cessione di quest’ultimo al Paris Saint-Germain. Molti hanno criticato la scelta di togliere la fascia di capitano a Icardi, ma compiendo quest’atto la dirigenza ha voluto dimostrare come le società di calcio non debbano essere subordinate al volere di un qualsiasi procuratore, che sia Mendes, Raiola o Wanda Nara.
Con l’arrivo di Conte, Marotta è stato abile a capire come ci fossero dei calciatori, tanto per motivi tecnici quanto comportamentali, non adatti a lavorare con l’ex CT azzurro. Cedere Perisic e Nainggolan significa dare pieni poteri all’allenatore, permettendogli di avere a disposizione un gruppo che lo segua senza causare problemi.
L’Ad interista è poi riuscito anche ad accontentare il tecnico leccese sul mercato, comprando dei calciatori che non solo si sono rivelati utili agli schemi di Conte, ma anche perfetti per sopperire a delle mancanze nella rosa dell’Inter. I vari Barella, Sensi e Godin sono tutti un gradino sopra coloro che giocavano nei loro ruoli la scorsa stagione, ed innesti come Sanchez e Biraghi hanno dato quel minimo di profondità necessaria alla squadra per lottare su più fronti fino a maggio.
Insomma, ora come ora in casa Inter regnano pace e serenità. Tutti sono concentrati sui loro obiettivi, tanto i piani alti quanto il tecnico e i calciatori. Perché, per tornare alla vittoria, non bastano buoni acquisti: servono anche uomini capaci di motivare, e Antonio Conte è certamente uno di questi.
Conte e la squadra

Se dovessimo identificare l’uomo copertina del 2019 dell’Inter, la scelta ricadrebbe senza ombra di dubbio su Lautaro. La scorsa stagione si era chiusa con l’impressione che il giovane argentino avesse mostrato solo parte del suo potenziale, soprattutto a causa della difficile convivenza con un attaccante come Icardi.
L’exploit di Martinez è stato impressionante, e anche lo stesso Conte lo ha riconosciuto. Merito non solo del giocatore, ma anche del tecnico che ha saputo creare il vestito tattico perfetto per far rendere l’argentino al massimo.
L’impressione è che Lukaku sia il partner ideale per Lautaro. Il belga cuce il gioco, il 10 dell’Inter taglia in profondità dietro alle difese, e non c’è coppia migliore per il gioco di Conte, che nei suoi 3-5-2 ha sempre avuto un centravanti fisico e una seconda punta mobile: i casi di Tevez-Morata e Costa-Hazard sono anomalie eccezionali.
L’altro aspetto che ha convinto nell’Inter formato 2019 è stata la rinascita delle riserve. Calciatori come Borja Valero, Candreva e Gagliardini sono stati bistrattati e insultati nell’ultimo anno solare, ma grazie alla fiducia data loro da Conte sono riusciti a prendersi la loro personale rivincita. Hanno sempre dato una mano quando era necessario, il 100% in ogni momento, e gli applausi arrivati nei loro confronti sono stati più che meritati. Storicamente, il tecnico leccese ha sempre avuto la nomea di “rigeneratore”, ma il 2019 ci ha insegnato come questa sia la verità, senza se e senza ma.
Ultimo ma non meno importante, Antonio Conte è riuscito a creare un gruppo coeso e compatto, una squadra resiliente, capace di resistere agli infortuni dei vari Barella e Sensi, alla rosa corta, alle pressioni mediatiche. Se l’Inter è prima in classifica a fine 2019 è perché il clima che si respira al Suning Sports Center è più che positivo. C’è un’atmosfera da grande squadra, c’è un’unità d’intenti che da queste parti è sempre stata piuttosto rara, soprattutto negli ultimi anni.
Per tutta questa lunga serie di motivi, l’Inter è stata la squadra protagonista di quest’anno e chissà che non possa esserlo anche nel 2020. Questo dipenderà solo da lei: il destino è nelle sue mani o, come dicevano i latini, homo faber fortunae suae.