Tre ottavi imperdibili

Per chi non vuole perdersi il meglio della Champions

1. Real Madrid – Manchester City

Guardiola che sfida i Blancos non è mai un evento banale. Tra “manitas”, dita negli occhi e partite memorabili, le sfide di Pep contro il Real Madrid sono spesso vittoriose, come dimostrano le 9 successi in 17 match totali.

Il City arriva a questa partita in un clima piuttosto strano. Se in Champions la marcia è stata immacolata, 4 vittorie su 6, 16 gol fatti e solo 4 subiti, in campionato De Bruyne e compagni si trovano a -14 dal Liverpool capolista, avendo perso sia ad Anfield che all’Etihad nel derby contro lo United. L’infortunio di Laporte, colonna difensiva dei Cityzens, ha complicato ulteriormente i piani di Guardiola, che ha deciso di sostituirlo con Fernandinho.

Ora, il brasiliano ha una notevole intelligenza tattica ma certamente non è un centrale esperto, e se attaccato in velocità dimostra i suoi limiti naturali. Sembra che la macchina di Pep si sia inceppata, quasi fosse sazia di successo dopo aver stracciato record su record negli ultimi due anni. Lo spettro dell’eliminazione potrebbe portare motivazioni extra, e avere la rosa completa a disposizione potrebbe restituire il sorriso a Guardiola, nonché la tipica spietatezza ad Agüero & Co.

Per il Real di Zidane, la situazione è completamente capovolta. I Blancos sono primi in Liga, assieme al Barça, mentre in Champions hanno faticato parecchio, garantendosi comunque il secondo posto. Il più atteso di questa stagione, Eden Hazard, ha deluso parecchio (1 gol e 1 assist in 8 match di Liga) mentre sono saliti in cattedra giovanissimi talenti come Federico Valverde e Rodrygo.

Lontano dall’ombra di Ronaldo, Benzema è tornato a segnare a raffica (12 gol e 5 assist in 15 incontri di Liga, 4 reti in 6 match europei), Modric e Kroos hanno iniziato ad alternarsi per far spazio proprio a Valverde, mentre Bale continua a far parlare di sé per le sue frequenti visite ai campi di golf.

Manchester City contro Real Madrid è senza dubbio la partita più entusiasmante di questi ottavi, tanto in campo quanto fuori. In campo andranno due allenatori fenomenali e tante stelle, per un valore complessivo di 1.49 miliardi: credo che basti questo per giustificare la prima posizione in questa classifica.

2. Borussia Dortmund – PSG

Volevamo la sfida del futuro, la UEFA ci ha accontentato. Sancho contro Mbappé è lo scontro di due talenti che segneranno il prossimo decennio calcistico, di due ragazzi che si contenderanno il Pallone d’Oro non appena Messi e Ronaldo si saranno ritirati.

Il PSG, nella fase a gironi, ha impressionato come mai prima d’ora, schiantando il Real in casa e pareggiando in rimonta al Bernabéu. I francesi sono finalmente sembrati una squadra unita, con un’idea di gioco ben definita, e non solo un club formato da un’accozzaglia di grandi giocatori. Per avere finalmente successo, Tuchel ha dovuto dare un minimo di equilibrio, sacrificando ad esempio il talento di Paredes per avanzare Marquinhos a centrocampo: al resto ci ha pensato il trio Di Maria-Mbappé-Icardi. L’ex capitano dell’Inter è stato il vero trascinatore dei parigini, grazie a 8 gol in 10 partite in campionato e 5 reti in 6 match in Europa. Più in generale, il Paris Saint-Germain si è riconfermato essere la solita macchina da gol, tanto in Ligue 1 (2.29 reti di media a partita) quanto in Champions League (2.83 di media).

Tutto questo, ricordiamocelo, avendo Neymar ad intermittenza. Il brasiliano sarà il vero ago della bilancia: se arriverà a febbraio motivato e carico d’altruismo, allora ecco che la stagione del PSG potrebbe concludersi in maniera trionfale. Altrimenti, come spesso accade, l’annata sotto la Tour Eiffel potrebbe presto andare in rovina. Quello di cui possono stare certi i tifosi è che, in qualsiasi modo si chiuda la vicenda, arriveranno nuovi investimenti la prossima estate.

Fin dall’inizio di questa stagione, il Borussia Dortmund è sembrata essere una delle squadre capaci di generare più hype in Europa. Forse è perché la dose di talento è più che discreta, Sancho, Reus, Brandt, Hazard e Hakimi per dirne alcuni, o forse perché il gioco propositivo e offenisvo di Favre esalta la maggior parte dei tifosi.

Tanto in Bundesliga quanto in Champions, i gialloneri stanno lottando e hanno dovuto lottare per posizioni di prestigio. In campionato si trovano attualmente terzi, a -4 dal Lipsia capolista, mentre in Europa sono arrivati a giocarsi la qualificazione solamente all’ultima giornata. Il loro più grande vantaggio in questa sfida sarà giocare l’andata in casa, davanti ai suoi 81.365 fedeli, in uno stadio che pare più un fortino inespugnabile che un arena calcistica. Non a caso, al Signal Iduna Park sono ancora imbattuti sia in campo nazionale che in quello continentale. Se a questa elettrizzante atmosfera aggiungete Jadon Sancho, il più rapido ad andare in doppia cifra per gol e assist in questa stagione, avrete davanti a voi il miglior Borussia Dortmund possibile, ovvero una miscela di talento esplosiva e letale.

3. Tottenham – RB Lipsia

Prendendo lo scontro da una prospettiva tattica, assistere a Tottenham – Lipsia significa vedere scendere in campo due modi opposti di intendere il calcio. Da un lato ci sono i tedeschi, da sempre caratterizzati da un gioco proattivo, propositivo e ultra-offensivo, in cui l’intensità è la chiave del successo.

Il team marchiato Red Bull ama un pressing a tutto campo, che coinvolge tutti a partire dagli attaccanti, affinché si possa recuperare il pallone il più rapidamente e vicino alla porta possibile. Il fatto di aggredire costantemente in avanti, unito a uno stile di gioco ultra verticale, ha portato molti a pensare che i ragazzi di Nagelsmann fossero la copia del Liverpool di Klopp.

In realtà, il vero segreto di Timo Werner e compagni è quello di essere una squadra estremamente fluida, capace di adattare il proprio atteggiamento all’andamento della partita. Non è raro vedere i difensori impostare dal basso, tramite costruzioni ragionate, oppure ammirare il Lipsia che sfrutta i princìpi del gioco di posizione a suo piacimento, sovraccaricando un lato del campo per poi sfruttare il lato debole con un semplice cambio di campo.

Nello spettrometro tattico, se il 32enne tecnico tedesco si trova da un lato della barricata, “The Special One” si trova dalla parte opposta. Generalmente parlando, Mourinho è conosciuto per il suo stile di gioco conservativo. Più di una volta nella sua carriera, il coach portoghese ha saputo abilmente pazientare per poi colpire l’avversario nel suo punto debole. Il suo calcio è reattivo, fatto di attesa, grande sacrificio e contropiede: se Mou dovesse scegliere tra “risultatisti” e “giochisti”, starebbe certamente coi primi.

Ecco spiegato come mai il suo arrivo al Tottenham, una squadra che con Pochettino ha mostrato un calcio brillante e sofisticato, ha fatto storcere il naso a molti. Ciononostante, Mou è riuscito fin da subito a risollevare le sorti della squadra grazie ad una partenza convincente, con 5 vittorie nelle prime 7 partite complessive.

Le sconfitte con United e Bayern non hanno comunque scalfito il morale del team, che è subito tornato alla vittoria in un campo ostico come quello del Wolverhampton. I recenti exploit di Son e Alli dimostrano come lo Special One abbia ancora quel tocco magico da condottiero, e se la striscia positiva dovesse continuare, il Tottenham potrebbe decisamente raddrizzare una stagione iniziata col piede sbagliato.

Da qui a dire che passando il turno Mourinho potrebbe ritornare ad essere nell’Olimpo dei più grandi ne deve passare di acqua sotto i ponti, ma vincere lo scontro generazionale con il tecnico del Lipsia potrebbe sicuramente dargli ulteriore carica positiva. Occhio però che troppa confidenza può trasformarsi nella solita hybris mourinhana, e Nagelsmann è uno che quando ha l’occasione giusta sa essere un cecchino letale.

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