Qualche riflessione prima di uno scoppiettante turno di campionato
Il prossimo turno di campionato, il settimo per l’esattezza, dovrebbe rivelarsi piuttosto entusiasmante guardando il calendario. Inter-Juventus è certamente il match di cartello, ma ci sono anche altri incontri che potrebbero influire sulla classifica di Serie A come Atalanta-Lecce, Torino-Napoli e Roma-Cagliari. Tra tutte le possibili riflessioni, ne ho scelte tre che reputo personalmente essenziali per capire in che direzione andrà il nostro calcio nel prossimo weekend.
Fuga per la vittoria
Vedere l’Inter giocare a testa alta al Camp Nou dev’essere stato una vera e propria sorpresa per tutti gli appassionati di calcio italiani. Indifferentemente dalla fede sportiva, la squadra di Antonio Conte è riuscita a sovrastare il Barcellona per tutto il primo tempo, e la sconfitta finale non deve cancellare tutto ciò che di buono abbiamo visto. I nerazzurri hanno spaventato i catalani andandoli a pressare alto e chiudendo le corsie laterali, costringendoli quindi a passare per le vie centrali dove il trio di centrocampo Barella-Brozovic-Sensi è spesso riuscito a schermare le linee di passaggio avversarie. La difesa a tre formata da Godin, Skriniar e De Vrij ha retto egregiamente per 60 minuti, fino al doppio cambio Vidal-Dembélé operato da Valverde. La doppia sostituzione del tecnico blaugrana ha stravolto le sorti del match, fornendo alla squadra la necessaria velocità e aggressività per azzannare un’Inter che stava dando i primi segnali di stanchezza. Le magie individuali firmate Messi e Suarez non fanno comunque sfigurare l’attacco guidato da Lautaro e Sanchez, protagonisti di una prestazione di ottimo livello. Il rientro di Lukaku in vista della Juventus potrebbe dare una grande mano a Conte, nonché una ghiotta opportunità di rimanere imbattuto in campionato.
Il morale in quel di Torino è diverso ma in un certo senso uguale, visto che la vittoria di martedì contro il Leverkusen non toglie certo fama di vittoria ad un club che da due anni a questa parte pare aver trovato un degno avversario per la lotta Scudetto. La Juve ammirata in Champions sta iniziando ad assomigliare sempre di più ad una creatura firmata Maurizio Sarri. Il giro palla sta diventando sempre più rapido e preciso, grazie ad un Pjanic che nell’ultima di campionato ha giocato 122 palloni, avvicinandosi alla famosa cifra di 150 palloni a partita richiesta da Sarri. L’infortunio di Douglas Costa ha poi aperto a nuove soluzioni tattiche, con i bianconeri che hanno cambiato pelle passando da un tradizionale 4-3-3 ad un 4-3-1-2 in cui Ramsey agisce da trequartista dietro le punte. La straordinaria condizione di Higuain, testimoniata anche dal bellissimo gol in Europa, e la scelta di Cuadrado come terzino a destra stanno apportando grandi benefici all’undici del tecnico toscano, che in fase offensiva può contare su degli esterni come il colombiano e Alex Sandro, in un 3-4-3 dall’elevata potenza di fuoco.
Insomma, da qualsiasi angolazione lo si veda, il derby d’Italia garantirà certamente spettacolo. Il nuovo record d’incasso, 6.5 milioni di euro, va in questa direzione, e gli appassionati di calcio di tutto il mondo sperano, dal canto loro, che la sfida sia all’altezza della magnifica cornice di pubblico.
Lotta Champions
Se si dovesse scegliere uno stato d’animo dopo aver visto Napoli, Atalanta e Roma giocare nelle coppe europee, molto probabilmente si sceglierebbe la delusione. Un sentimento più che giustificato, visto come sono andati i tre match: il Napoli ha avuto minimo quattro o cinque grandi occasioni, mentre Roma e Atalanta erano addirittura passate in vantaggio, salvo poi farsi riprendere successivamente.
Ma se il Napoli può guardare a questo pareggio con un minimo di positività, essendo in testa al girone con 4 punti, i bergamaschi rischiano già di aver bruciato tutte le loro chance di passare, dato che hanno 0 punti e i prossimi due incontri saranno contro il City di Guardiola. Vedendo come tira il vento, è probabile che i ragazzi di Gasperini concentrino le loro energie sul campionato, che li vede terzi a 13 punti. Il prossimo match in casa con il Lecce dovrebbe essere alla portata di Zapata e compagni, che arriveranno con la giusta rabbia agonistica per far bene contro una squadra coraggiosa come il Lecce di Liverani, che verrà a giocarsi le sue carte per evitare che la sua situazione in classifica peggiori.
Il Napoli di quest’anno, invece, sembra essere un’altalena. La sconfitta con il Cagliari nel turno infrasettimanale pare essere uno dei tipici passaggi a vuoto della squadra di Ancelotti, e il pareggio contro il modesto Genk va in questa direzione. I partenopei hanno avuto parecchie occasioni da rete, ma per un motivo o per un altro non ne hanno capitalizzata nemmeno una. Per questo ragione, l’insidioso match a Torino potrebbe essere un banco di prova per le vere ambizioni del Napoli, che mai come quest’anno punta a vincere lo Scudetto. Degli undici titolari, quelli più sottotono sembrano Milik e Insigne: il primo sta subendo il gran momento di forma di Llorente, mentre il secondo è addirittura finito in tribuna in Champions per aver mostrato poca brillantezza negli allenamenti. Una scelta che ha fatto discutere, ma che è servita da segnale per tutti: che tu sia titolare o meno, giochi solo se dai il 100%. Ancelotti, per la sfida contro i granata, ripartirà dalle certezze come Mertens, Manolas, Koulibaly e Fabian Ruiz, che dopo un inizio di stagione balbettante stanno man mano rivelando tutto il loro talento. Se anche gli altri sette giocatori in campo saranno al loro livello, trattenere il “ciclone azzurro” diventerà un compito piuttosto difficile per Mazzarri e il suo Torino.
La Roma, infine, è probabilmente quella che ha sorpreso maggiormente rispetto a quanto ci si aspettava ad inizio stagione. Fonseca è un’allenatore con un gioco codificato, ambizioso e aggressivo, e per questo motivo il suo arrivo nella Capitale aveva generato parecchio scetticismo soprattutto una volta guardati gli interpreti in difesa. Non a caso, in queste sei giornate la retroguardia giallorossa è stato il reparto che ha sofferto maggiormente, con ben 9 gol subiti a fronte degli undici segnati. Dal centrocampo in su, i titolari paiono aver assimilato le idee del tecnico portoghese: la Roma è una squadra piuttosto fluida, che fa del controllo del tempo e dello spazio la sua arma chiave. Il possesso palla, la creazione di superiorità numerica in fase offensiva sono tutti concetti che Fonseca ha ereditato da Guardiola e che in certi match è riuscito ad applicare alla perfezione. In questo senso, il ruolo di Dzeko da finalizzatore e non solo pare sposarsi alla perfezione con le nuove idee di calcio in voga all’Olimpico. Il bosniaco, rimasto a Roma dopo un lungo corteggiamento dell’Inter, è il fulcro della squadra, l’uomo che fa in campo fa salire la squadra con i suoi movimenti ad uscire, e che nello spogliatoio la carica nei momenti negativi. Il numero 9 romanista, che potrebbe presto essere nominato capitano, non è l’unico che si sta rendendo utile alla causa. La crescita di Cristante, la definitiva esplosione di Pellegrini e il buon rendimento di Zaniolo sono tutte notizie che non fanno bene solo all’ambiente capitolino, bensì anche a quello della Nazionale. E se Mancini dovrà aspettare questi tre fino a maggio, il coach portoghese può goderseli ora. Se continueranno su questi livelli, la Roma potrà certamente dire la sua. A partire dal match contro il Cagliari, una squadra che sa benissimo come fare gli sgambetti alle grandi.
Camera con vista Europa
Dominare alla Scala del Calcio, qualsiasi sia lo stato di forma di Milan o Inter, non è mai facile perché San Siro è uno di quegli stadi che ti mette pressione soltanto a vederlo. Ciononostante, la Fiorentina di Vincenzo Montella è riuscita a farlo domenica scorsa, andando a trionfare 1-3 in casa di un Milan che pare sull’orlo di una crisi di nervi. I viola, che venivano da due pareggi e una vittoria contro Juve, Atalanta e Sampdoria, hanno dominato in lungo e in largo grazie ad una prestazione sontuosa dei suoi due campioni, Ribery e Chiesa. Il francese, a dispetto dei trentasei anni e di un possibile calo fisiologico, ha giocato a livelli altissimi facendo impazzire la difesa rossonera, tanto che Musacchio è riuscito a fermarlo solamente con un fallo da cartellino rosso. Il terzo gol, confezionato in collaborazione con Chiesa, è stato talmente bello esteticamente che ha spinto i tifosi di casa a concedere all’ex Bayern una meritatissima standing ovation.
Con questa vittoria la Fiorentina è salita a otto punti, e vincendo domenica contro l’Udinese potrebbe addirittura gravitare in zona Europa League. Nonostante la giovane età della rosa, 25 anni e 28 giorni, la squadra allenata dal tecnico campano si sta rivelando più ostica del previsto da affrontare, visto che non tutti sono abituati ai ritmi e al pressing alto imposti dalla Fiorentina. Il presidente Rocco Commisso (https://www.ultimouomo.com/avventura-americana-commisso/) pare essere molto soddisfatto dei suoi calciatori, tra cui certamente spunta Gaetano Castrovilli, autore di due fantastiche prestazioni contro avversari del calibro di Juventus e Milan. Il centrocampista ex Cremonese ha stupito tutti per come abbina quantità e qualità, e se dovesse proseguire su questi livelli nulla gli impedirebbe di giocarsi un posto ad Euro 2020, sebbene il centrocampo sia uno dei reparti maggiormente ricchi di qualità della nostra Nazionale. Il futuro sotto la Fiesole pare essere roseo: con i giusti investimenti e senza continue cessioni, il sogno di Commisso di riportare un trofeo a Firenze potrebbe presto avverarsi.
