L’ora delle scelte

Il derby ha chiarito chi dovrebbe giocare e chi stare in panchina

Se il derby doveva essere il match della consapevolezza non ha deluso le aspettative. L’Inter ha mostrato i muscoli e dimostrato che quest’anno potrà giocarsi le sue carte per lo scudetto, grazie a una prestazione solida con pochissime sbavature. La difesa ha eretto un vero e proprio fortino attorno ad Handanovic concedendo un solo tiro in porta, il trio di centrocampo Brozovic-Sensi-Barella ha sovrastato quello avversario, mentre Lautaro e Lukaku hanno spesso chiamato in causa Donnarumma prima che il belga mettesse in ghiaccio la partita con il suo primo sigillo nel Derby della Madonnina.

Il Milan, invece, ha mancato ancora una volta l’appuntamento con la maturità, e la maggiore qualità dell’Inter non può essere considerato un alibi visto che non è riuscito nemmeno a sfruttare le due ghiotte occasioni prodotte. La prima (https://www.youtube.com/watch?v=7xBPKt2f5LI, minuto 4:51) è a firma di Suso: lo spagnolo ruba palla a Sensi fuori dalla sua area e si lancia in un contropiede di 70 metri, ma dopo aver vinto un contrasto fortuito in area calcia addosso ad Asamoah al posto di servire uno tra Leão e Kessié ai suoi lati. La seconda (https://www.youtube.com/watch?v=7xBPKt2f5LI, minuto 5:07) ha come protagonista Leao, che dopo aver saltato D’Ambrosio mette in mezzo un pallone morbido per Piatek, che da buona posizione non riesce a segnare di testa.

I rossoneri sono scesi in campo poco determinati, senza dare mai l’idea di essere pericolosi a causa di una manovra lenta e di giocate piuttosto elementari. L’idea che molti si sono fatti è che i ragazzi di Giampaolo non riescano ancora a mettere in pratica i dettami del tecnico abruzzese. Dopo questa bruciante sconfitta, le colpe dovrebbero essere divise a metà tra l’allenatore e i giocatori. Il primo sta sostanzialmente giocando con gli stessi 11 dello scorso anno senza aver quasi impiegato i nuovi acquisti, mentre ci sono alcuni calciatori che hanno dimostrato di meritare almeno un turno di riposo. Dopo questo match, capire chi deve scendere in campo e chi no pare essere piuttosto semplice.

Non si rischia, non ci si adatta

Se volete capire come mai molti tifosi del Milan invocano Theo Hernandez sulla fascia sinistra al posto di Ricardo Rodriguez, guardare le heatmap dei due giocatori potrebbe semplificarvi la vita. Quella in alto mostra come lo svizzero sia stato eccessivamente conservativo, senza mai spingersi sul fondo per tentare il cross. Non è la prima volta che il terzino rossonero non tenta la giocata appoggiando spesso indietro la palla ai centrali, dato che già con l’Hellas non si era mai spinto nell’ultimo terzo di campo. Qualcuno dice che il fatto di rimanere bloccato mentre l’altro esterno basso galoppa sulla fascia sia un’indicazione del tecnico. La domanda però sorge spontanea: perché Hernandez non si è trattenuto come ha fatto Rodriguez? Questione di mentalità e carattere.

Un’altro che ha pesantemente steccato nel derby è stato Lucas Biglia. Il play argentino, schierato da Giampaolo per la sua “maturità tattica”, è sembrato un lontano parente del regista della Lazio. Lento e con poche idee, il numero 20 del Milan ha spesso perso tempi di gioco fondamentali per dare velocità alla manovra, scegliendo più di una volta di optare per passaggi semplici e orizzontali verso il compagno più vicino. Se il tecnico abruzzese vuole giustamente proseguire sulla sua strada, fatta di intensità e rapidità, un giocatore come questo Biglia pare non fare al caso suo: se tiene alla sua squadra e alla panchina, dovrebbe accorgersene velocemente ed escogitare nuove soluzioni.

Il terzo imputato è Suso. Lo spagnolo ha salvato più e più volte il destino dei rossoneri, ma nella sua nuova veste da trequartista pare proprio non essere a suo agio. La qualità nel palleggio e nello stretto rimane intatta, così come la capacità di fornire assist, ma c’é una verità di fondo che per ora è raramente venuta a galla. Suso è un giocatore mono dimensionale, adatto per ora a giocare solo come ala destra in un 4-3-3 all’interno di un gioco che gli permetta di portare palla quanto gli pare e piace. Il calciatore ex Liverpool non è abituato a giocare a uno-due tocchi, e anche con lui vale lo stesso discorso di Biglia: in un tipo di calcio così veloce, perdere tempi di gioco risulta disastroso.

Meritata titolarità

Rafael Leão è stata la piacevole sorpresa del derby. Dopo aver giocato solo 15 minuti nell’esordio stagionale a Udine, il classe ’99 portoghese ha lasciato tutti di stucco nel match più prestigioso della sua carriera, dando quella spinta sulla fascia che Giampaolo attendeva con ansia. É riuscito a saltare più di una volta il suo diretto marcatore e a servire un pallone interessante per Piatek, e più in generale ha dato sempre l’idea di poter creare pericoli sul lato sinistro. Una possibile maglia da titolare a Torino potrebbe fornirci più indicazioni su un giocatore che ha molto da offrire ad un Milan in difficoltà.

Uno con cui il portoghese potrebbe associarsi a sinistra è certamente Theo Hernández, i cui sei minuti “a fuoco” contro l’Inter hanno fatto capire perché dovrebbe essere lui il titolare. L’ex Real Madrid ha gamba e va spesso sul fondo per mettere palloni invitanti in area, sia che venga servito sulla corsa sia che parta da fermo. Un giocatore di questo tipo potrebbe essere vitale per la mezz’ala di riferimento, visto che in questa maniera il Milan avrebbe un’arma in più oltre alle solite triangolazioni sulla catena di destra firmate Calabria-Kessié-Suso.

Il terzo che meriterebbe la titolarità è Ismaël Bennacer e l’unica partita finora disputata, quella con il Brescia, ha fatto intendere perché. L’algerino si era reso protagonista di un’ottima partita, composta da movimenti coraggiosi, geometrie semplici ed efficaci e una gran propensione alla verticalizzazione, tutte qualità che un regista essenziale e moderno deve possedere. Un giocatore come l’ex Empoli è cruciale per le sorti del gioco di Giampaolo, visto che ha mostrato di avere tutte le qualità che sposano alla perfezione i dettami del tecnico abruzzese.

La rapidità di manovra imposta da Bennacer potrebbe rendere il Milan più imprevedibile di quanto mostrato finora. Dopo aver segnato solo due gol in quattro partite e aver chiuso il derby con 1 tiro in porta su 9 totali, un netto cambio di rotta pare essere la soluzione più immediata per rimettersi in marcia.

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