Mobutu, lo Zaire e i Mondiali 1974

Storia di una nazione, ora scomparsa, e della sua partecipazione ad un Mondiale

Se provate a cercare il nome Zaire su un qualsiasi atlante geografico non lo troverete mai. E non é questione di aguzzare la vista o di cartine sbagliate, perché questa nazione é esistita solamente ventitré anni, dal 27 ottobre 1971 al 17 maggio 1997. Ora ha il nome di Repubblica Democratica del Congo e si trova nell’esatto centro del continente africano. Questa landa nel cuore dell’Africa prese il nome di Zaire nel 1971, anche se in realtà la situazione nel Paese era già cambiata qualche anno prima. Nel 1965, infatti, Mobutu Sese Seko aveva architettato con l’aiuto della CIA un colpo di stato per scacciare i comunisti dalla nazione. Che Mobutu fosse un sovrano particolare lo si poteva notare subito. Decise fin da subito di cambiare i nomi delle città che erano troppo europei (tra cui la capitale Leopoldville che divenne Kinshasa), e di imporre abiti tipici africani ai funzionari del governo. Il suo regime dittatoriale fu uno dei più sanguinari di tutto il continente, tanto che si racconta che uccise l’allora ministro dell’educazione cavandogli gli occhi e squartandolo. Nonostante compisse violenze in tutto il Paese, il suo stile di vita era votato al lusso e alla ricchezza. Si calcola che negli anni ’70 avesse un patrimonio di 15 miliardi di dollari, e che tra i suoi gioielli avesse uno spettacolare aereo Concorde per viaggiare fino a Parigi, dove era solito dedicarsi allo shopping sfrenato. 

L’anno chiave in questa storia é il 1974. Per lo Zaire era un’annata decisamente cruciale in quanto in estate la Nazionale avrebbe disputato i primi Mondiali della sua storia in Germania, mentre in ottobre il Paese avrebbe ospitato l’attesissimo incontro per il titolo dei pesi massimi tra Muhammad Ali e George Foreman. All’epoca la squadra di calcio non era neanche poi così scarsa, dato che lo Zaire aveva conquistato la Coppa d’Africa nel 1968 e nel 1974. In vista della partenza per l’Europa, Mobutu promise una nuova casa e una nuova auto a tutti i giocatori. In realtà, per quanto gli zairoti ci provassero, la loro qualità era troppo inferiore agli altri team per competere. La prima partita la persero 2-0 con la Scozia, e al fischio finale Mobutu chiamò i giocatori dicendogli che niente di tutto quello che era stato promesso loro sarebbe successo. Il peggio arrivò però contro la Jugoslavia, perché dopo appena tredici minuti, quando il risultato era sul 3-0, Mobutu chiamò l’allenatore ordinandogli di sostituire il portiere. Il match si concluse 9-0. 

Rientrati in albergo, i giocatori si trovarono di fronte ad una situazione surreale: le guardie di Mobuto erano arrivate in Germania per avvisarli che, in caso avessero perso la prossima partita contro il Brasile con oltre tre gol di scarto, le loro famiglie sarebbero state uccise. Il giorno seguente, sul 3-0 per il Brasile, venne fischiata una punizione per i verdeoro, affidata al piede magico di Rivelino. Prima che l’arbitro potesse fischiare, si staccò dalla barriera il difensore Mwepe Ilunga, che tra la confusione generale spazzò via il pallone, venendo poi ammonito dal direttore di gara. Per molto tempo nessuno capì il gesto, fino a quando non si venne a conoscenza del minaccioso avvertimento del Presidente. Al rientro in patria, i giocatori vennero accolti come degli indegni, rei di aver disonorato la patria, e nessuno di loro ricevette il famoso premio.

Al giorno d’oggi lo Zaire non esiste più, Mobutu é morto e il Paese é una democrazia. Ciò che ci rimane e che sempre ci rimarrà sarà il coraggio di questi calciatori che, nonostante le minacce di un dittatore, scelsero la libertà. Quel calcio al pallone, che in un primo momento sembrava un gesto di pura follia, rappresentava invece tutta la voglia di un popolo di liberarsi da un sanguinario oppressore. Lo sport, come molti atleti ci hanno insegnato, non é solo passione. Lo sport é anche protesta. Lo sport é voglia di libertà, in qualsiasi forma, in qualsiasi contesto.

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora